Il Consiglio Nazionale Geologi analizza la tragedia di Ischia e propone azioni per il futuro
Occorre una strategia integrata di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico, dobbiamo imparare a convivere con il rischio, il rischio zero non esiste.”. Come si può fare? Attraverso l’attuazione di un piano pluriennale di prevenzione e gestione che preveda non soltanto la realizzazione di interventi di tipo strutturale, cioè opere di consolidamento, arginature, briglie, vasche ecc., ma anche una serie di azioni ed interventi non strutturali.
• Aggiornare i piani per l’assetto idrogeologico e di gestione delle alluvioni perché il territorio è in continua evoluzione, intensificata anche dai cambiamenti climatici in atto.
• Adeguare la pianificazione urbanistica comunale, in modo da non continuare a costruire in aree pericolose ed attuare dunque uno sviluppo compatibile e sostenibile con l’assetto geologico del territorio.
• Delocalizzare le strutture dalle aree a rischio, recentemente in Campania un importante riferimento è la Legge regionale del 10 agosto 2022 numero 13, che favorisce ed incentiva la delocalizzazione di edifici posti in aree a rischio di frana e alluvione.
• Attuare i presidi territoriali, a supporto dei sistemi locali di protezione civile, per monitorare l’evoluzione del territorio insieme ai sistemi strumentali di monitoraggio e di allerta, al fine di tutelare in primis l’incolumità delle persone.
• Attuare i piani di Protezione Civile, soprattutto nella fase che precede l’evento al fine di ridurre il danno, soprattutto in termini di salvaguardia della vita umana.
• Informare la cittadinanza così da determinare popolazioni più resilienti. I cittadini devono essere messi a conoscenza dei possibili scenari di rischio che si possono verificare durante le emergenze e delle azioni e comportamenti che devono porre in essere per evitare di mettere a rischio la propria incolumità e quella degli altri.
• Occorre infine la manutenzione del territorio che deve riguardare non solo fiumi e torrenti ma anche i terreni presenti sui versanti, prevedendo incentivi economici per i privati nella realizzazione di opere di manutenzione e di sistemazione che migliorerebbero le condizioni di stabilità e di assetto del territorio stesso.